INTERSEZIONI Dibattito DeGenere

“…Lei non le ha dato retta a Dio, capisci? A Dio!

Figurati a te!…”

Uno spettacolo di danza, musica, parola e live electronics
Di e con Valentina Sechi e Alberto Gatti
Produzione Versiliadanza con il sostegno di Mibac, Regione Toscana, Comune di Firenze


E con il sostegno per le residenze Teatro Cantiere Florida, PARC Performing Arts Research
Centre/Fabbrica Europa, Spam/ALDES, CosiArte, Teatro della Limonaia/CompanyBlu

Durata Spettacolo

Long Version: 50 min

Short Version: 30 min

Concept

Il concetto di “intersezionalità”, ampiamente diffuso negli ultimi anni in ambito accademico e politico, indica la sovrapposizione di diverse identità sociali e di quelle che possono essere le relative discriminazioni e oppressioni.  Così un uomo e una donna, danzatrice e musicista, dibattono con i mezzi a loro disposizione, sugli stereotipi e le disparità di genere. Da Adamo Ed Eva al cat calling, dalle Sirene ammaliatrici al mansplaining, dalla violenza alla trap dei “#notallmen“, il dibattito prende forma in un fitto parallellismo tra passato e presente, in cui lo spazio diventa danza e gli oggetti musica. I suoni danno il via ad azioni, sottomissioni e provocazioni grazie anche all’utilizzo di un piccolo tavolino/strumento musicale. Esso si presenta inizialmente come un’incubatrice di un essere non genderizzato, per poi assumere durante tutto lo spettacolo molteplici funzioni, ed infine  trasformarsi nel centro del dibattito simbolico.  

Da ruoli ben definiti da un netto binarismo di genere, rappresentati in una voluta ridondanza dei colori rosa e blu, si cerca di superare la categorizzazione sociale, in cui movimento, musica e parola dibattono e decostruiscono, talvolta ironizzando, talvolta esasperando, i costrutti sociali. Con l’aiuto di un apparato tecnico-sonoro come l’utilizzo di sensori touch (tipo “Playtronica” e “Bareconductive”) e di microfoni e software di computer music design (Max/MSP, Pure Data) in live electronics, la danza diventa suono e la musica danza, metafora di una intersezionalità formale oltre che concettuale.

Il corpo della danzatrice e la sua voce sono spesso in balìa delle “direttive” musicali e la ricerca della qualità di movimento propende verso un corpo estremamente controllato, segmentato e a tratti robotico, in costante e continua regolazione delle imposizioni esterne, ma che mano a mano esplora scappatoie liberatorie.

Lo spettacolo si rivolge ad un pubblico misto e presenta diverse possibilità di lettura a seconda dell’età degli spettatori. Ad ogni modo il tema delle questioni di genere è indubbiamente al centro del dibattito pubblico soprattutto tra i  giovani, i quali hanno mostrato grande interesse e curiosità sia verso i concetti che lo spettacolo tende a portare alla luce, sia verso l’utilizzo delle nuove tecnologie a servizio del prodotto artistico.

E’ fondamentale sottolineare come lo spettacolo non voglia dare soluzioni o imporre morali retoriche, quanto porre domande:

Sarà possibile, prima o poi, superare davvero questo tipo di categorizzazioni sociali? Scavalcare gli stereotipi? Lottare alla pari per un migliore sviluppo? Non abbiamo risposte, intanto ne parliamo, intanto dibattiamo.

Trailer

PHOTOGALLERY

“Intersezioni. Dibattito DeGenere”



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